Nascono ufficialmente alla fine degli anni sessanta per merito di quattro pionieri: il Bepino Perotel, i fratelli Bruno e Ceschino “Oe” e lo chef Antonello Grassi “Ghiosi” inconfondibile nel suo grande berretto bianco da Chef stellato.
La prima uscita è al carnevale di Storo, con polenta e salamelle, cucinate nella fontana piccola di fronte all’ex Agnello oggi P.zza T. Cortella.
Un successo imprevisto, che ha obbligato i quattro ad “assumere” aiuti nella seconda esperienza del carnevale successivo. Entravano così nel gruppo l’Angelino Barber ed il Necola Paisoli, abbandonando nel contempo la polenta e salamelle per passare alla polenta carbonera.
Da allora il gruppo si è potenziato di anno in anno e con esso sono saliti entusiasmo ed impegni con polente “tresai” un po’ in tutte le occasioni, dal Carnevale Storese, alle varie feste della montagna, alle feste alpine, ovunque insomma ci fosse festa, non solo a Storo o dintorni, ma anche in giro per l’Italia ed anche all’estero.
Presidentissimo per moltissimi anni del gruppo fu il Giäcom Grassi “de Giostina”, che con l’amico Franco Ghiria stabilirono le dosi ideali per una polenta carbonera da 95-100 porzioni, dosi ancora oggi attuali e riassunte in quattro numeri: 10 – 8 – 8 – 4  che corrispondono a 10 kg di farina gialla di Storo, 8 kg di pasta di salame, prodotto tipico della Famiglia Cooperativa, 8 kg di formaggi, almeno quattro diversi, due freschi e due stagionati e 4 kg di burro.

Il Giäcom durante la preparazione della polenta diventava inflessibile e distribuiva i compiti come un generale, chi alla “cucia” l’incaricato di cuocere burro e salame, compito delicato e di responsabilità e chi alla trisa “ i manoai” (manovali) come scherzosamente li chiamava lui.
Aveva anche un suo motto “Äl salam äl va cot e no brostolà e la polenta tresomäla con calma. Quan che le cotä i le magna” (il salame va cotto e non abbrustolito e la polenta va cucinata con calma. Quando è cotta la mangiano).

Succedeva al Giäcom,  alla testa dei Polenter , il Cortella Francesco “Cortelina”, che ne seguiva le orme in tutto e per tutto, portando il gruppo a grandi traguardi.
Fu lui a dotare i polenter della prima divisa invernale ed estiva inaugurata al Carnevale Storese del 1998 e sfoggiata in pompa magna nella trasferta in Germania a Plochingen nel settembre dello stesso anno ospiti di uno storese ivi trapiantato.
Al Francesco “Cortelina” succedeva il Zocchi Giambattista “Pipi”, che ha guidato il gruppo fino al corrente 2012, quando ad un “Pipi” è succeduto un altro “Pipi” il Giorgio Zocchi.

Con la nuova direzione,  il gruppo, per adeguarsi ai tempi moderni, si è dotato di uno statuto e nuove regole con incarichi precisi a più persone per gestire al meglio le attività di trasferta, il magazzino, un piccolo patrimonio formato da fuochi, paioli in rame di varie misure, taglieri ed accessori vari e gli oneri amministrativi.

Da quel lontano giorno della prima polenta e salamelle del “Perotel” e soci, tanti sono i Polenter,  giovani e meno giovani, che si sono succeduti in questi anni, “a tresar”  polente e a preparare “la cucia”.
Ed ancora oggi tanti degli allora giovani, oggi un po’ acciaccati e dei meno giovani, oggi patriarchi, “trisano” ancora con l’entusiasmo di sempre polente su polente e per questo vogliamo ricordarli e ringraziarli
Un grazie a Bruno e Ceschino de “Oe” a Salvatore “Smaltù”  al Gildo – al Francesco “Cortelina” ed al Pierino “Lento”, i nostri patriarchi,  dai loro amici polenter.